La tignola (Prays oleae Bern.)
È una piccola farfallina che svolge sull’olivo tre generazioni:
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una sulle foglie, praticamente senza grosse conseguenze;
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una sui fiori, che possono essere distrutti in numero considerevole, senza però influire sensibilmente sulla produzione;
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una terza sui frutti, di cui viene distrutto il seme con conseguente cascola quando essi sono grossi ma non ancora utilizzabili (fine agosto-settembre).
La difesa si deve rivolgere esclusivamente a combattere le generazioni che attaccano i fiori (generazione antofaga) o i frutti (generazione carpofaga). Per quanto riguarda la prima può essere sufficiente l’impiego del Bacillus turingiensis, da utilizzare quando il 50% dei fiori sono aperti, in alternativa si possono fare trattamenti a base di esteri fosforici.
Per controllare la generazione di tignola che attacca i frutti, occorre far uso di principi attivi sistemici o citotropici, adatti a colpire le larve all’interno delle drupe. Per quest’interventi, possono essere impiegati il triclorfon, il fenitrothion microincapsulato, il dimetoato, il formothion, il fenthion ecc. Anche per la tignola esistono soglie di presenza dell’attacco al di sotto delle quali non è conveniente effettuare il trattamento chimico.